La sfida dell’associazione COAB APS è di proporre il cohousing come forma abitativa prima di tutto collaborativa, solidale e basata sul mutuo appoggio ma anche realizzabile facilmente, subito ed accessibile finanziariamente a tutti. Questo è possibile attraverso il nomad cohousing, di cui vi proponiamo alcuni modelli possibili:

Villaggio di tiny houses

Secondo il codice del terzo settore (art.71), le sedi di operatività degli enti del terzo settore (ETS) e cioè le organizzazione di volontariato e le associazione di promozione sociale, possono andare in deroga ai titoli edilizi. Ciò significa per esempio che su un terreno agricolo in linea di principio (nessuno l’ha mai fatto ma serve un caso-pilota che apra la strada per tutti) dovrebbe essere possibile costruire un villaggio di case mobili con strutture collettive mobili (yurte e cupole geodetiche per esempio) in quanto non modificano l’assetto urbanistico del territorio, se e solo se, il terreno viene affittato da una ETS e le attività rientrano tra le attività generali previste dal codice del terzo settore. Ci sono un paio di sentenze del TAR che per altri casi simili danno ragione ad ETS denunciati dai comuni per abuso edilizio. Quindi se si fa una iniziativa che non modifica il territorio dovrebbe essere possibile realizzare un villaggio di tiny houses e rendere cosi il cohousing una iniziativa per tutti e non solo per i ricchi (chi ha soldi da parte per comprare casa) e cioè la maggior parte dei giovani che ha un lavoro precario. Restituendo cosi la natura intergenerazionale al cohousing e non riducendolo al business del senior cohousing.

Villaggio di house boats

Un villaggio abitativo in coabitazione, su case galleggianti ancorate dovunque ci sia acqua. Sul mare, lungo i fiumi, sulle rive di un lago. Ma anche nei laghi di pesca sportiva oppure negli invasi delle cave abbandonate. Se possibile, gli spazi comuni saranno a terra in immobili abbandonati da ristrutturare mentre le abitazioni private saranno su case galleggianti. Un villaggio composto di appartamenti individuali in houseboats e spazi collettivi come cafè/bar, ristorante, piscine, sale per incontri, musica, cinema, teatro, fai-da-te, hobbies, spa, orti, ciclofficina, auto in comune, una centrale elettrica fotovoltaica, parcheggio e tanto altro! Un villaggio sull’acqua è più facile da realizzare che a terra, perchè non servono permessi edilizi in quanto le case galleggianti sono considerate natanti. Ed è possibile prendervi la residenza!